Nel mondo della moda, siamo spesso guidati dall’idea di conformità e accettazione. La scelta dei nostri abiti, accessori e look non di rado riflette ciò che la società considera “in” o “di tendenza”. Ma cosa accadrebbe se iniziassimo a vedere la moda non come un mezzo per conformarci, ma come un’espressione autentica del nostro io interiore, anche a costo di non piacere a tutti? È qui che entra in gioco il libro “Il Coraggio di Non Piacere” di Ichiro Kishimi.
Questo testo illuminante, scritto insieme a Fumitake Koga, è basato sulle teorie psicologiche di Alfred Adler e ci invita a vivere una vita più autentica e libera dal giudizio altrui. Sebbene il libro non parli direttamente di moda, le sue lezioni possono essere applicate in modo potente anche al nostro modo di vestire e di esprimerci attraverso il nostro stile personale.
Non basare la propria felicità sull’approvazione degli altri
In un contesto di moda, questo può tradursi nel coraggio di indossare ciò che realmente ci fa sentire bene, indipendentemente dalle tendenze del momento o dalle opinioni degli altri. Troppo spesso, ci vestiamo per essere accettati, per essere visti come “alla moda” o per conformarci a un determinato standard di bellezza. Kishimi ci sfida a chiederci: “Chi sto cercando di compiacere quando scelgo cosa indossare?”
Il coraggio di non piacere, secondo Kishimi, non significa essere ribelli a tutti i costi o ignorare completamente il gusto altrui, ma piuttosto avere la forza di essere fedeli a se stessi. Questo concetto è particolarmente rilevante nella moda. L’industria è spesso dominata da norme rigide e da un’incessante ricerca dell’ultima tendenza. Tuttavia, la vera eleganza nasce dalla consapevolezza di sé e dalla capacità di scegliere ciò che ci rappresenta davvero, senza paura di essere giudicati. Un altro concetto chiave del libro è l’idea di rifiutare le etichette che la società ci impone.

Nella moda, queste etichette possono essere legate a stereotipi di genere, età, o anche di status sociale. Rifiutare queste etichette significa non sentirsi obbligati a vestire in un certo modo perché si è di una certa età o perché si appartiene a un determinato ambiente. È un invito a sperimentare, a osare e a scoprire nuove versioni di noi stessi attraverso la moda.
Infine, “Il Coraggio di Non Piacere” ci insegna che le nostre relazioni non dovrebbero essere basate su una falsa rappresentazione di noi stessi. Anche nel vestire, spesso ci preoccupiamo di come gli altri ci percepiscono. Tuttavia, Kishimi suggerisce che le relazioni più autentiche e soddisfacenti nascono quando ci presentiamo agli altri per come siamo realmente, senza filtri. Questo può significare scegliere capi che riflettono il nostro stato d’animo, il nostro gusto personale, o semplicemente il nostro desiderio di comodità, piuttosto che seguire ciecamente ciò che è di moda.
Leggere “Il Coraggio di Non Piacere” può aprirci gli occhi su come la moda, come ogni altra forma di espressione, possa diventare un mezzo per vivere una vita più autentica e soddisfacente. Non si tratta di ignorare le tendenze o di respingere il gusto altrui, ma di trovare il coraggio di essere noi stessi, anche nel nostro stile personale. Alla fine, la moda dovrebbe essere un riflesso di chi siamo, non di chi pensiamo che gli altri vogliano che siamo. Nel mondo della moda, forse la vera audacia non sta nell’essere all’ultimo grido, ma nel trovare la propria voce e nel vestirsi con il coraggio di essere se stessi, senza paura di non piacere.