L’influenza delle influencer: come vestirsi tutti uguali credendo di essere unici

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C’era un tempo in cui la moda era un atto creativo, una dichiarazione di identità. Ora basta scrollare Instagram per vedere cento ragazze vestite diversamente uguali, tutte con blazer oversize beige, borsa baguette vintage (ma non troppo), sneakers bianche super pulite e pose studiate davanti a un ascensore di hotel.

Benvenuti nell’era dell’“influencer uniform”, dove ogni outfit è perfettamente aesthetic, ogni post è “candid” ma ha richiesto 87 scatti, e ogni guardaroba è una copia carbone del profilo di Chiara, di Ginevra, di quella fashion girl che vive tra Milano, Parigi e… l’algoritmo.

Originalità su ordinazione

“Esprimi te stessa!”, dicono. Ma solo se il tuo stile rientra nel range consentito tra beige, bianco e nero, con qualche concessione al verde salvia e al marrone caramello (che ora si chiama camel, ovviamente). Guai a mettere un colore acceso. Un motivo troppo vistoso. O peggio, un vestito senza “link affiliato”.

Siamo passati dall’ispirazione alla replica industriale. E il risultato è che ormai tutti i feed sembrano showroom di e-commerce più che spazi personali.

L’estetica dell’ascensore

Non importa dove sei. Se sei una vera fashion influencer, devi farti fotografare:

  • davanti a uno specchio sporco di un ascensore,
  • mentre fingi di allacciarti una scarpa (anche se hai già il laccio chiuso),
  • mentre sorseggi un caffè e guardi lontano, pensierosa, come se stessi riflettendo sul senso della vita o sul filtro da usare.

La moda è diventata performance, e lo stile? Un effetto collaterale.

Il diktat del “quiet luxury” (solo se sei ricca)

Altro trend virale: lo stile quiet luxury, ovvero sembrare ricchi senza ostentarlo. Spoiler: è ostentazione, solo con più cashmere. Perché chi può permettersi di sembrare “semplice” da 5.000 euro al giorno è solo chi ha abbastanza zeri sul conto per non doverlo dimostrare.

E mentre noi comuni mortali proviamo a replicare quei look con capi “inspired” da Shein, finiamo per sembrare usciti da un tutorial “vestiti come se fossi in un episodio di Succession, ma con budget da discount”.

Dove sono finite le personalità?

Un tempo riconoscevi lo stile di una persona prima ancora di parlarle. Ora apri Instagram e ti chiedi se stai guardando Marta, Francesca o un avatar del metaverso vestito da COS. Tutti impeccabili, tutti uguali, tutti anonimamente perfetti.

La moda è diventata un filtro, e lo stile? Una casella da spuntare.

Conclusione: forse non sei minimal, sei solo confusa

Influencer, vi vogliamo bene. Ma forse è ora di disattivare per un attimo la modalità “influenced” e tornare a vestire per noi stessi, non per un algoritmo.

Perché non c’è niente di più ribelle, oggi, che indossare qualcosa che non è approvato da TikTok o linkato nelle storie.

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